Nell'ambito dell'installazione e della manutenzione delle caldaie, la normativa relativa ai tubi di scarico dei fumi rappresenta un aspetto cruciale, spesso sottovalutato ma di fondamentale importanza. Capire e applicare correttamente queste norme, infatti, non è solo una questione di conformità legale, ma anche di sicurezza ed efficienza energetica. 

In un settore in continuo aggiornamento come quello termoidraulico, mantenere alta consapevolezza sui requisiti normativi è essenziale sia per i professionisti del settore che per i privati. 

In questo articolo, i tecnici di Gruppo Konia hanno realizzato una panoramica chiara e dettagliata delle normative vigenti, sottolineando quanto sia importante fare la scelta giusta in quest’ambito. 

Caldaie tradizionali vs caldaie a condensazione: come è cambiata la normativa?

Il Decreto Legislativo n. 201 del 6 novembre 2007 ha segnato una svolta decisiva nel settore delle caldaie, introducendo l'obbligo di produrre e installare caldaie a condensazione. Questo cambiamento ha decretato la fine dell'era delle caldaie tradizionali, definendo nuovi standard di efficienza energetica e sicurezza.

Le caldaie tradizionali, infatti, operavano mediante un sistema in cui i gas di scarico, caldi, venivano rilasciati nell'atmosfera senza un processo di recupero del calore. In pratica, si verificava una dispersione totale del calore dei gas di scarico, con una conseguente minore efficienza.

Al contrario, nelle caldaie a condensazione una parte del calore dei fumi di scarico viene recuperata e riutilizzata per scaldare l'acqua: un processo che porta inevitabilmente alla creazione di condensa. Quest’ultima deve essere opportunamente smaltita mediante scarico nelle acque bianche, tipicamente tramite una vaschetta o un sifone raccogli condensa.

Per quanto riguarda invece l'evacuazione dei fumi, le caldaie a condensazione possono utilizzare uno scarico a parete o a tetto. 

Vediamo ora nel dettaglio come la normativa vigente regola la scelta dell’uno e dell’altro.

Tubo di scarico dei fumi della caldaia: scopri la normativa in breve

La gestione dello scarico fumi delle caldaie a condensazione è disciplinata dalla legge 90/2013, che stabilisce criteri precisi per gli impianti termici. Secondo questa normativa, le caldaie a condensazione non richiedono necessariamente la presenza di una canna fumaria che raggiunga il tetto, permettendo anche l'installazione di condotti di scarico a parete. 

Tuttavia, questa opzione è soggetta a specifiche deroghe:

• Sostituzione di caldaie esistenti. È possibile utilizzare uno scarico a parete solo se si sostituisce una caldaia che già lo prevedeva prima del 31 agosto 2013. È fondamentale possedere una documentazione che attesti la pre-esistenza dell’apposito foro nel muro, per evitare sanzioni.
• Vincoli edilizi specifici. Nei casi in cui la normativa comunale, regionale o nazionale lo impedisca, come in edifici protetti per motivi artistici o paesaggistici, è possibile optare per lo scarico a parete.
• Impossibilità tecnica. In situazioni in cui un professionista certifichi l'impossibilità tecnica di scaricare a tetto, è consentito l'uso dello scarico a parete.

Dal 2014, ulteriori deroghe sono state introdotte dal D.lgs 102, art. 14 c. 8 e 9, che considerano casi specifici, quali l'installazione in condomini e l'uso di generatori ibridi.

Se quindi ricadiamo nel caso di deroga dello scarico fumi a tetto e quindi vogliamo optare per lo scarico a parete, la caldaia a condensazione che andremo a installare dovrà rispettare i seguenti requisiti:

• dovrà essere stagna e avere rendimento maggiore di quello previsto dal D.P.R. 2 aprile 2009 n. 59, art. 4, comma 6, lettera a), quindi maggiore a (90 + 2 log Pn), dove Pn è la potenza termica del generatore. 
• dovrà avere emissioni di ossidi di azoto (NOx) non superiori a 70 mg/kWh (Classe 5)

Per quanto riguarda le canne fumarie, invece, la legge 90/2013 stabilisce requisiti come il diametro (secondo le norme UNI), la distanza dagli altri edifici e i materiali consentiti per prevenire corrosione a causa del pH acido della condensa. 

A questo proposito, è essenziale utilizzare tubi anti-corrosivi e rispettare le distanze stabilite dalla UNI 7129/08 dai terminali di scarico a pareti, finestre e balconi. 

Problemi legati ad un'errata gestione dello scarico dei fumi

Dalla corretta gestione dello scarico dei fumi delle caldaie a condensazione dipende quindi la prevenzione di problematiche future. Un'installazione non conforme alle normative o la scelta di un prodotto scadente può causare inconvenienti legati alla corrosività del pH acido della condensa che si forma nel sistema.

1. Se le canne fumarie non sono costruite con materiali resistenti alla condensa acida, si rischia un rapido deterioramento. I materiali consigliati includono acciaio inossidabile tipo 316L con trattamenti specifici o polipropilene. L'uso di materiali inadatti può infatti causare il danneggiamento della canna fumaria, bloccando la caldaia a seguito di una diminuzione del tiraggio o foratura del condotto.
2. Uno scarico fumi mal progettato può impedire la corretta evacuazione dei fumi di combustione, portando all'arresto della caldaia. Questo è comune in installazioni con molte curve o in caldaie ramificate.
3. Per prevenire la corrosione, è fondamentale scegliere canne fumarie e terminali di materiale anti-corrosivo e resistente al sole. Le guarnizioni utilizzate nelle giunzioni devono anch'esse resistere alla condensa acida. Il diametro del tubo, preferibilmente tra i 60 e gli 80 mm, deve essere adeguato a garantire un'estrazione corretta dei fumi. 

Conclusione

In questo articolo abbiamo fornito una panoramica sulla normativa più recente in materia  di scarico dei fumi delle caldaie a condensazione, evidenziando l'importanza di una corretta installazione e scelta dei materiali. 

Gruppo Konia è sempre a tua disposizione per consigliarti, tra la vasta gamma di caldaie,  quella che più si avvicina alle tue necessità. Inoltre, scegliendo una caldaia Gruppo Konia, lo scarico fumi, coassiale o sdoppiato, è in omaggio!

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